Nasco a Milano l’8 aprile 1959.
Cresco nella “caldissima” zona Città Studi dove, a causa dei grandi movimenti di massa e della contestazione, inizio a capire e scoprire l’importanza di fermare l’attimo, l’espressione, il volto, la situazione con un’immagine. In pratica capisco l’importanza del fotoreporter e del reportage fotografico.
Negli anni 70 mi trasferisco nel comasco dove svolgo la mia professione e coltivo la mia passione per la fotografia.
Nel 2014 le circostanze della vita mi portano a trasferirmi nella provincia di Varese, ma tengo vivi i collegamenti con Como a cui sono legato e dove svolgo la mia professione.
Alla fotografia, come tutti a quei tempi, mi sono avvicinato con le classiche Kodak, Polaroid, ecc… poi, un bel giorno, mi sono regalato una bella Olympus OM10. Non potevano naturalmente mancare teleobiettivo, zoom, filtri, cavalletto e tutto quanto serve ad un fotografo anche se dilettante.
Solo successivamente scoprivo che la fotografia non è frutto solo della macchina fotografica o dei vari accessori, ma della capacità di chi scatta, di chi sa cogliere l’attimo, il luogo, la luce, l’atmosfera e soprattutto dell’ispirazione.
L’arrivo delle nuove tecnologie, altra mia grande passione, mi porta alla digitale, sempre con una Olympus. Da questo momento decido di fotografare nella maniera più semplice e naturale possibile.
L’arrivo delle nuove tecnologie, altra mia grande passione, mi porta alla digitale, sempre con una Olympus. Da questo momento decido di fotografare nella maniera più semplice e naturale possibile. Non tollero il “foto ritocco”, la foto modificata ad arte per renderla “giusta” e/o “senza difetti”. Ritengo che una foto “ritoccata” non sia più un documento che ferma l’attimo, ma diventi un’immagine creata ad hoc per altro uso e/o per autocelebrarsi. E’ per questo motivo e dunque per scelta che evito, se possibile, l’uso del flash. Voglio semplicemente “Lo scatto”, quello che fa di un semplice scatto un “momento unico” e “assolutamente irripetibile” in pratica voglio che la mia foto diventi un “documento storico” che racconti ciò che ho visto.
Negli ultimi tempi ho avvertito la necessità di tornare alla reflex, questa volta digitale e si è accentuata la voglia di sperimentare nuove tecniche fotografiche pur mantenendo fede al mio principio di non ritoccare gli scatti. Ho colmato così questo desiderio regalandomi una Canon EOS 200D con obiettivi 10/18 18/55 e 55/250.
L’avvento degli Smartphone di ultima generazione, eccezionali strumenti, aumenta le mie potenzialità e rende possibili scatti anche in situazioni del tutto inedite. Ho affiancato nel tempo alla mia macchina fotografica, una serie infinita di oggetti del desiderio. Oggi sono felice possessore di uno Huawei P20 PRO pensato principalmente per gli appassionati di fotografia a cui ho affiancato alcuni interessanti strumenti come l’asta telescopica con telecomando e il Gimbal.
Nel corso degli anni, nonostante i molti segnali positivi e gli inviti ricevuti, non ho mai partecipato a mostre, concorsi o eventi. Ho esordito nel 2018 partecipando a “Giorni d’arte a Varese” trovando grande soddisfazione nel riscontro e nel giudizio del pubblico. Sono così seguite altre mostre e tante, tante soddisfazioni.
I miei scatti “fermano il momento” nella sua condizione naturale e originale. E’ una paziente e difficile ricerca di luce, di momenti e situazioni fino a trovare l’attimo giusto, o quello che a me sembra tale, le migliori condizioni, il momento per fare il magico e irripetibile “CLICK”.
Quanto tempo dedico alla post-produzione? Quasi nulla perchè ritengo che la fotografia debba essere lo specchio di quel preciso istante e ogni alterazione, modifica o ritocco renda il documento un falso, una distorsione della realtà.
E’ per questi motivi che ho fatto mio il seguente aforisma:
“Il fotografo dilettante si preoccupa di avere l’attrezzatura giusta, il professionista si preoccupa dei soldi e il maestro si preoccupa della luce”
(George B. IR)